mercoledì 16 novembre 2011

Terranova e i compagni di scuola su FB

Le aspettative erano altissime: Spielberg riprende i suoi dinosauri giurassici e ci fa una bella serie tv che parte da un presupposto sci-fi. Ma il ritorno di mister Et alle serie tv dopo il successo di The Pacific, prodotto, quello, insieme al sodale Tommasino Hanks, è decisamente deludente.
Terranova è un prodotto ottimamente confezionato ma ad un'occhiata più approfondita si rivela come quelle amicizie su Facebook con certi compagni di scuola: entusiasmanti all'inizio, ma dopo un po' puzzano di stantio.
Già il presupposto è deboluccio: la Terra sta andando in malora quando, guarda caso, si apre un varco temporale che ti riporta alla preistoria. Vabbe'. La famigliola si infila nella porta copiata tale e quale da Stargate facendo evadere il papà ex poliziotto ora in galera. Vabbè. Ma una volta arrivati a Terranova la tensione narrativa fa la fine di un passerotto che litiga con uno pterodattilo: schiatta.
Partono infatti tutti i cliché possibili: il figlio adolescente appena arrivato trova subito una carina che ci prova con lui, ma lui pensa alla ragazza che ha lasciato a respirare smog. La mogliettina ritrova una ex fiamma dell'università che ancora ci prova. E poi ad affrontare l'ordine costituito di Terranova c'è un piccolo esercito di ribelli che si prende la briga di fare la guerriglia pure nella preistoria. Wow, che originali! Domande? A già, una semplice semplice: come mai gli abitanti di Terranova devono fare la spesa in un mercatino dove si scambiano le conchiglie con le perline colorate mentre la dottoressa fa interventi chirurgici su un ologramma e riesce a modificare il dna di un nascituro dinosaurino?
Ovviamente il tutto è in salsa Avatar grazie a qualche ammiccamento sulla vita incontaminata minata dalla tecnologia, senza dimenticare la presenza di Steven Lang, il colonnello di ferro dall'anima nera che ha la setssa espressione che aveva usato per Cameron. Non tralascerei neanche il protagonista Jason O'Mara, già visto nel non male Life on Mars, che sembra sempre un po' spaesato e vagamente consapevole di essere lì solo perché somiglia a Sam Worthington.

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