sabato 5 novembre 2011

The Walking Dead II - Perchè no

The Walking Live
di Marioplanino
Siamo a nove puntate in tutto, tre oltre gli albi a fumetti. Una stagione chiusa, una appena cominciata. Gli zombie se so’ magnati chili di carne fresca, hanno in mano il mondo intiero, e i nostri eroi sono in fuga. Verso non si sa cosa, verso non si sa dove. E il grande sceriffo impavido, leader non eletto della resistenza (per usare un termine tanto caro a questo blog), non ha ancora maturato la fatidica domanda: “Oh, cosa cazzarola è successo mentre io me la dormivo in ospedale?”. No, quest’uomo s’è alzato dal letto e ha cominciato a uccidere i morti con la naturalezza con la quale prima arrestava i vivi. E non ha più smesso.
   Ora, io sono d’accordo che gli sceneggiatori abbiano deliberatamente scelto di fottersene dei soliti script da pestilenze apocalittiche, ma giusto un’accennino? Una passata di stucco sul buco della storyline? Io, avverto, ho lasciato serie per molto meno. Invece questa la continuo a vedere. Perché ha stile. Perché ha potenziale. Perché potrebbe essere un capolavoro con un po’ di palle al lavoro. Invece tocca subirmi ancora estenuanti pipponi sentimental-psicologici nel tentativo non troppo nascosto di dare peso a personaggi tratteggiati a matita dal fumetto. Poi è chiaro che invochi la subitanea scomparsa per morte violenta del vecchio mecca barbuto. Hai rotto, bla bla bla. Fatte mozzica’, e famola finita. Questa serie non va sprecata con i clichè pretenziosi. Deve seguire la sua natura: deve essere scioccante, violenta, asciutta e splatter al punto giusto. Così com’è si mantiene per picchi d’eccellenza, appesa ad un filo. Se il filo regge siamo contenti.

Nessun commento:

Posta un commento