The Walking Live
di Marioplanino
Ora, io sono d’accordo che gli sceneggiatori abbiano deliberatamente scelto di fottersene dei soliti script da pestilenze apocalittiche, ma giusto un’accennino? Una passata di stucco sul buco della storyline? Io, avverto, ho lasciato serie per molto meno. Invece questa la continuo a vedere. Perché ha stile. Perché ha potenziale. Perché potrebbe essere un capolavoro con un po’ di palle al lavoro. Invece tocca subirmi ancora estenuanti pipponi sentimental-psicologici nel tentativo non troppo nascosto di dare peso a personaggi tratteggiati a matita dal fumetto. Poi è chiaro che invochi la subitanea scomparsa per morte violenta del vecchio mecca barbuto. Hai rotto, bla bla bla. Fatte mozzica’, e famola finita. Questa serie non va sprecata con i clichè pretenziosi. Deve seguire la sua natura: deve essere scioccante, violenta, asciutta e splatter al punto giusto. Così com’è si mantiene per picchi d’eccellenza, appesa ad un filo. Se il filo regge siamo contenti.
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