domenica 11 dicembre 2011

Il troppo horror di American Horror Story

   La casa stregata. I morti che ritornano. Il sottoscala degli orrori. L'uomo sfregiato. La vecchia che si mostra giovane. Il ragazzo psicopatico. L'uomo (in) nero. C'è tutto questo in American Horror Story, la serie di Fx che sta ottenendo un buon successo negli Usa e da poco è sbarcata da noi.
La storia è quella di una famiglia problematica (a partire dal rapporto tra marito e moglie fino alla figlia adolescente che tale è per definizione) che si sposta a Los Angeles in una avita dimora, infestata dalle anime erranti di chi quivi morì. Il tutto è dovuto al peccato originale che avvenne nella casa, un medico che si dedicò all'inizio del XX secolo agli aborti clandestini.
Gli ingredienti per gli amanti del genere horror, quindi, ci sono tutti. Ma proprio qui sta il problema, sono troppi. La serie somiglia ad uno di quei piatti francesi che hanno dentro troppi ingredienti e salse per apprezzarne davvero il gusto.
   E va bene che la famiglia è problematica, ma il papà doveva fare proprio lo strizzacervelli di candidati al serialkillerismo? Non poteva fare il bancario?  E va bene che la casa è infestata dagli spettri, ma la vicina di casa doveva essere proprio schizzata ed ex killer dell'amante del marito? 
   Potrei andare avanti a lungo, perchè AHS prende qua e là dalla meglio tradizione horror ma mette tutto nel frullatore, risultando così sovrabbondante. In questo si vede la mano di Ryan Murphy, ideatore della serie insieme a mister Glee Brad Falchuk, che già nelle stagioni di successo di Nip/Tuck aveva evidenziato una certa smania di esagerare.
   Un po' sovrabbondante pure il cast con la star Jessica Lange sempre troppo tesa, il protagonista Dylan McDermott che ha sempre la mascella troppo tirata e Connie Britton che ha una insopportabile fissità nello sguardo. 
Volendo trovare un pregio alla serie, c'è il ritmo. I fatti si succedono rapidamente, ci sono pochi misteri che si dipanano nel lungo periodo: questo è dovuto al fato che il progetto iniziale prevede che ogni serie racconti una storia autoconclusiva, quindi le peripezie degli sfigatissimi inquiulini della casa dovrebbero concludersi nei 13 episodi della prima stagione per poi passare, nella seconda stagione già programmata, ad una nuova storia. E questo è un bene.

1 commento:

  1. In NIP/TUCK l'esagerazione era elevata ad arte. L'atmosfera generale aveva un sapore spiazzante indipendentente dalle follie che s'inventavano. Uno stile mai visto e che mi manca un sacco. Su AHS non posso ancora esprimermi perchè ho visto solo i primi due episodi. Tendenzialmente sì, ho paura che abbiano voluto creare un megaincubo che fa poca paura e molto grottesco.

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